Perché dovremmo osservare le leggi o almeno tentare? Ci sono spesso buoni motivi per fare il contrario, quando le norme sono obsolete, ingiuste, imposte da interessi contrapposti ai nostri o semplicemente confuse o inutili. In alcuni casi, inoltre, l’entità o il rischio della sanzione sono così bassi che conviene delinquere.
Che il diritto positivo non coincida con la giustizia è cosa nota, anche per l’intrinseca stupidità di ogni norma rispetto alla complessità e mobilità della vita sociale. Summum ius summa iniuria.
Il legislatore italiano ha lavorato sodo per aumentare il livello di stupidità dell’ordinamento attraverso l’inflazione delle fonti (europea, nazionale, regionale, regolamentare) e la sovrapposizione di norme senza un progetto organico, figlia il più delle volte dell’urgenza, di esigenze mediatiche, mediazioni al ribasso, battaglie ostruzionistiche nelle Camere che si risolvono in maxiemendamenti astrusi partoriti ed approvati di notte.
La burocrazia scadente del nostro apparato amministrativo aggiunge maggiore confusione e paralisi decisionale, anche perché spaventata dall’invadenza della giustizia amministrativa e dall’imprevedibilità dell’azione penale, entrambe alimentate da un esercito di avvocati unico al mondo.
Eppure malgrado tutti questi inconvenienti, la legge rimane l’alleato più forte della libertà del cittadino contro l’arbitrio dei potenti e dei prepotenti. L’affermarsi dello stato di diritto è uno dei fattori fondamentali di sviluppo economico e sociale dell’umanità.
Per questo è importate battersi per la legalità, purché essa sia intesa nella sua interezza e complessità. La legalità non è solamente il rispetto delle norme positive. E’ anche questo, specie quando esse vengono sfidate apertamente, dalle mafie o dai sistemi organizzati di corruzione.
Ma se l’attenzione si concentra solo sul rispetto della norma si rischia il giustizialismo ed il diritto si trasforma un labirinto kafkiano ed oppressivo. La battaglia si deve quindi estendere alla corretta formazione delle leggi, allo loro chiarezza, non sovrapposizione e non contraddittorietà. Deve chiedere ai giudici velocità nel giudizio, coerenza nelle decisioni, indipendenza dai media. Dalla pubblica amministrazione si deve esigere chiarezza di linguaggio, procedure trasparenti e non difensive, informazione diffusa.
La legalità è libertà solo quando cittadini, leggi e amministrazione della giustizia sono reciprocamente sottomessi da un patto di mutuo rispetto.
Luca Romanelli