2014.04.02 – “Attualità e controversie sulla malattia di Meniere” di Simonetta Calamita

Pubblicato il 02 Aprile 2014 da admin

Simonetta Calamita

Simonetta Calamita

La malattia di Ménière (MM) è una patologia che a tutt’oggi presenta diversi lati oscuri, con varie ipotesi eziopatogenetiche (causa allergica, virale, psicosomatica, immunomediata, ecc) che non hanno condotto a conseguenti certezze cliniche, diagnostiche e terapeutiche.

Tipicamente la malattia è caratterizzata da crisi vertiginose ricorrenti associate a ipoacusia fluttuante, spesso precedute dalla sensazione di fullness e dalla presenza di un acufene che può avere tonalità diverse, ma che generalmente aumenta di intensità in prossimità dell’insorgenza della crisi vertiginosa.

Il substrato anatomo-patologico della MM è rappresentato dall’idrope endolinfatico, cioè da un aumento del volume dei liquidi dell’orecchio interno.

Tuttavia, l’idrope endolinfatico non è sinonimo di malattia: ci può essere l’idrope endolinfatico senza sintomi, ma tutti i pazienti con MM hanno l’idrope endolinfatico, tanto che - entro certi limiti - si può definire la malattia di Ménière come un fenotipo nel quale numerosissime condizioni possono scatenare la malattia, indipendentemente dal fatto che il paziente possa presentare l’idrope endolinfatico. La diagnosi è sostanzialmente clinica attraverso una approfondita anamnesi e da un punto di vista strumentale è sufficiente un esame audiometrico che documenti la presenza dell’ipoacusia. Anche dal punto di vista terapeutico le controversie sono molteplici.

La terapia medica può permettere il controllo dei sintomi in circa l’80% dei pazienti.

Oltre al documentato approccio dietetico iposodico e iperidrico, attualmente viene preso in considerazione l’utilizzo di diuretici oltre al trattamento con farmaci antivertiginosi.

Laddove la terapia farmacologica non è in grado di controllare la malattia si deve ricorrere a terapie distruttive: al di là della neurectomia vestibolare riservata a pochi casi, una iniezione intratimpanica con gentamicina a dosaggi molto bassi permette al paziente di evitare le manifestazioni vertiginose.

Simonetta Calamita

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