2012.02.12 – “Di ascesso (non) si può morire” di Leila Makki

Pubblicato il 12 Febbraio 2014 da admin

Leila Makki

Leila Makki

E’ di pochi giorni fa la notizia della morte di una giovane palermitana, Gaetana Priola , di 18 anni, a causa di una  fascite originata pare da un ascesso dentario.

Questa notizia, oltre a suscitare un inevitabile senso di sbigottimento e dolore, ha provocato una comprensibile reazione di rabbia, risultando inconcepibile che nel XXI secolo, e in un paese come l’Italia , si possa morire per un simile motivo.

La ragione ultima di questa morte è stata ravvisata nella mancanza di risorse economiche della giovane, che le avrebbe impedito di sottoporsi alle cure a lei necessarie.

Giudicare gli eventi unicamente dalla lettura degli articoli apparsi sui giornali è come sempre molto difficile e sarà compito della magistratura appurare se in questa vicenda ci siano delle responsabilità e delle negligenze.

A mio avviso però la mancanza più grave nei confronti di questa giovane lo Stato e la Sanità Pubblica l’ hanno manifestata quando non hanno saputo comunicarle l’importanza dell’attenzione alla propria salute in generale e a quella orale in particolare e soprattutto la certezza che questa viene salvaguardata e garantita in ogni modo e in maniera uguale per tutti.

Questa mancata fiducia può, a mio avviso, aver portato al fatale ritardo nell’iter diagnostico e terapeutico che si è avuto in questo caso, con l’esito infausto che consciamo: se la giovane si fosse rivolta per tempo ad un medico e si fosse affidata alle sue cure, la sua situazione avrebbe potuto evolversi in modo ben diverso.

L’odontoiatria italiana è una delle migliori al mondo e spesso quella privata si trova a supplire ai bisogni che quella pubblica non può o non vuole soddisfare: sono certa che qualsiasi odontoiatra italiano, che lavori nel pubblico o nel privato, non avrebbe esitato ad intervenire in una situazione simile, così come accade tutti i giorni negli studi dentistici di tutta Italia.

Leila Makki

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