2013.12.28 – “Paese che vai, tasse che trovi” di Luca Romanelli

Pubblicato il 30 Dicembre 2013 da admin

Luca Romanelli

Luca Romanelli

Salgono alti in questi giorni, ed oramai da anni, le lamentazioni di sindaci e assessori, in preda alla disperazione per i profondi tagli alle risorse, che li costringerebbero a dolorosi ridimensionamenti dei servizi.

Per fortuna, recentemente, l’IRES-CGIL Marche si è messa di buzzo buono a masticare la gran parte dei bilanci dei comuni marchigiani e ne ha tratto una serie di indicatori di spesa e tassazione che invitano a riflettere (http://www.marche.cgil.it/ires/bilanci_comunali.htm ).

Innanzitutto la spesa corrente procapite media dei comuni analizzati è cresciuta dal 2008 al 2012 del 5% circa, da 813 a 856 euro ad abitante. La tassazione locale ha dovuto adeguarsi a ritmi più elevati, per il venir meno della gran parte dei trasferimenti dello Stato ai Comuni ed essendo questi ultimi obbligati al pareggio di bilancio. Si potrebbe dire che l’incremento della spesa è stato modesto ed inferiore all’inflazione; ma anche che si poteva fare meglio, considerato che negli anni precedenti c’era stata una forte espansione della spesa locale, che dal 2009 sono stati bloccati i salari dei dipendenti e soprattutto che dal 2008 le famiglie hanno perso oltre il 10% del loro potere d’acquisto. Non si può affermare che i Comuni abbiano fatto la stessa dieta.

Un altro dato che colpisce è che la spesa corrente è molto alta nei piccoli comuni: nel 2012 quelli sotto i mille abitanti hanno speso quasi 1000 euro per residente; quelli sotto i 3000, 843. La media della spesa scende intorno a 750 euro per i comuni tra 5 e 25 mila anime, per risalire a 929 in quelli oltre le 25 mila. Verrebbe da dire due cose:

i comuni piccolissimi sono poco efficienti. Dovrebbero perlomeno gestire insieme i servizi se non fondersi, cosa che sono restii a fare;

i comuni grandotti sembrano molto meno efficienti di quelli intermedi. Forse basta già essere un piccolo capoluogo per incominciare ad appesantire il bilancio con orpelli e sprechi che passano già inosservati.

Stupisce infine la diversità della spesa tra comuni similari. Porto San Giorgio, ad esempio, spende 936 euro ad abitante, contro i 594 Porto Sant’Elpidio. Non mi risulta che i servizi erogati siano significativamente diversi.

Lo studio IRES non riguarda purtroppo le società municipalizzate, a cui sono stati trasferiti personale e funzioni precedentemente gestite in economia dai comuni. E’ sotto gli occhi di tutti la loro generale inefficienza ed incapacità di investimento ed innovazione, dovuti alle dimensioni ridotte ed alla gestione clientelare del personale.

Certo è che l’idea di attivare, a fronte dell’impoverimento della popolazione contribuente,  una seria revisione della spesa dei comuni incontra fortissime resistenze, malgrado sia prevista dalle ultime finanziarie. Nessun Sindaco del nostro territorio ha osato pronunciare la parola, per timore di perdere consenso, a cominciare dai dipendenti. Eppure sarebbe un esercizio di trasparenza e democrazia, se si volesse coinvolgere i cittadini nella ridefinizione delle priorità e modalità della spesa.

Ma per i politici è più facile inscenare il “chiagni e fotti”, che si risolve inevitabilmente in aumenti di tariffe ed addizionali locali.

Luca Romanelli

Share

I commenti sono disabilitati.