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2013.08.23 – “L’Agenda Digitale” di Giulia Catani

Pubblicato il 23 Agosto 2013 da admin

Giulia Catani

L’agenda digitale cos’è? Tutti pensavamo già di averla in quelle diavolerie elettroniche  che  si portano in tasca o che si disperdono nelle borsette delle signore e che finiscono sempre di suonare una volta che le si è trovate (finalmente!). L’Agenda Digitale (scritta con le lettere maiuscole) è invece un progetto molto più serio. L’Agenda Digitale Italiana (ADI) è stata istituita il primo marzo 2012 con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione con l’apporto  del Ministro per la Coesione Territoriale, del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e del Ministro dell'Economia e delle Finanze  (quanti!!). Essa  si applica nei seguenti settori: identità digitale, PA digitale/Open data, istruzione digitale, sanità digitale, divario digitale, pagamenti elettronici e giustizia digitale e serve sostanzialmente a  riorganizzare  la macchina amministrativa, tenendo conto dei principi di efficienza e risparmio. Ma l’Agenda Digitale non è un frutto tipicamente italiano, essa fu presentata nel  maggio  del 2010 dalla Commissione Europea per favorire l'innovazione, la crescita economica e la competitività. Essa è una delle sette iniziative della strategia EU2020 che si incentra su  obiettivi riguardanti l’occupazione, la ricerca, l’innovazione, il cambiamento climatico e l’energia, l’istruzione e la lotta contro la povertà. Il 2020 per il Consiglio Europeo è l’anno in cui ci potemmo considerare fuori dalla crisi economica. Ma torniamo  all’ ADI. L'obiettivo principale dell'Agenda è ottenere vantaggi socio-economici sostenibili grazie ad un mercato digitale unico basato su Internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili…..ergo…. accesso più agevole ai servizi pubblici, migliore qualità della vita, trasporti più sicuri ed efficienti, una migliore sanità. Ma quali potrebbero essere i rischi? I benefici che se ne potrebbero trarre potrebbero essere limitati da preoccupazioni  legate alla riservatezza, alla sicurezza,  alla facilità e capacità di accesso ad internet, alla usabilità di tale strumento. Ci vorrà il cosiddetto cambio generazionale affinché l’Agenda Digitale funzioni a pieno ritmo?? Ma cosa serve perché tale progetto funzioni. Le cose sono tante e l’Unione Europea le ha sintetizzate in alcuni punti (pilastri) a cui tutti gli Stati devono tendere: - mercato digitale unico; - internet veloce e superveloce; - interoperabilità e standard; - fiducia e sicurezza informatica; - ricerca ed innovazione; - alfabettizzazione informatica; - ICT per la società (tecnologie dell'informazione e della comunicazione o anche TIC). Beh…finalmente (spero) alcune cose potranno essere alla  portata di un click.  Scomparirà finalmente l’odiata burocrazia? Scusate, ma il punto interrogativo è d’obbligo. Giulia Catani

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