2013.03.07 – “Grillo e lo Spirito del Tempo” di Luca Romanelli

Pubblicato il 07 Marzo 2013 da admin

Luca Romanelli

Si può in una paginetta cercare di immaginare ed argomentare la possibile evoluzione del nostro sistema politico ed economico, nella nebbia e nel marasma della sua crisi più grave? E’ un gioco un po’ rischioso, ma io ho poco da perdere e ci provo lo stesso. Il trucco è forse elevare lo sguardo, semplificare e farsi aiutare da un po’ di dialettica. Ogni affermazione, come si sa, contiene in sé la sua negazione. Ogni sistema socio-economico contiene in sé, diceva Marx, il germe della propria distruzione.

Così il capitalismo ha liberato la forza tremenda della tecnologia e dell’organizzazione seriale e specializzata del lavoro, creando una quantità di ricchezza inimmaginabile, dapprima all’interno dei confini nazionali e poi, frantumandoli, su scala globale. Esso tuttavia, mentre afferma il suo dominio anche nella sfera politica (in modi diversi, dalle finte democrazie plutocratiche, ai fascismi, alle tecnocrazie sovranazionali) genera, per necessità interna al proprio modello di sviluppo, i propri anticorpi: masse prima amorfe ed inconsapevoli divengono classi antagoniste politicamente rappresentate.

E’ avvenuto in passato Europa ed avviene, a grandi linee, nelle economie emergenti di oggi. L’antitesi, come sappiamo, è il socialismo reale, sorto sulle ali del sogno dell’uguaglianza negata da secoli alle masse. La sua spinta propulsiva è stata l’identificazione interiorizzata dell’individuo nello Stato. Tuttavia, lungi dal risultare la fine messianica della Storia, anche il comunismo ha covato in sé il proprio virus letale: la distruzione della spinta creativa dell’individuo e, di seguito, delle istituzioni sociali, ridotte ad apparati repressivi.

La sintesi, fino ai giorni nostri tempestosi, è stata la social-democrazia delle classi medie, che trae la sua linfa dal welfare pubblico: sanità, educazione di massa, sicurezza sociale. Il suo male oscuro (meno manifesto ma non assente anche nel Nord Europa) è l’adagiamento nel benessere garantito, la spirale perversa del consenso pagato col debito, dei diritti senza doveri, della crisi demografica, del profitto di rapina, della politica di miope mediazione degli interessi, cieca di fronte al precipizio.

Il precipizio lo abbiamo di fronte: il sistema finanziario è prossimo al collasso. Seguendo il gioco, che cosa ci possiamo aspettare? Quale movimento dello Spirito potrà suscitare un nuovo ciclo di speranza e sviluppo? Dobbiamo aspettarci un altro Medioevo di secoli bui?

Non lo sa nessuno e la tentazione è razionalizzare i propri desideri o pregiudizi ideologici. L’ipotesi più attraente, per me, è quella che si potrebbe chiamare un modello “organico” di società “reticolare”. Questo è quello che intravedo dietro l’utopia di Grillo e comincia a piacere a molti.

E’ difficile da definire con precisione, ma credo che l’idea-forza sia che la liberazione dell’individuo da strutture sociali logore possa sprigionare una reazione nucleare dirompente e positiva, aprendo la strada a ricombinazioni creative in grado di superare la crisi attuale della società del benessere.

Le strutture da trasformare sono quelle del potere economico irresponsabile, degli apparati politico-istituzionali e corporativi corrotti ed inerti, gli schemi ideologici inconcludenti, i media manipolatori o servili. Il nuovo individuo-protagonista non è il tipo anarchico del secolo scorso: è invece tendenzialmente disponibile alla connessione, al progetto comune, alla generazione di nuove opportunità attraverso cooperazioni win-win, senza perdenti.

Il nuovo sindaco di Parma non mi sembra affatto uno scalmanato e non credo neanche che lo sia Grillo, che conosce bene le logiche dei media. L’icona del futuro è l’economia della rete, delle energie rinnovabili a produzione distribuita, delle filiere corte, del microcredito, dell’azionariato diffuso, della cooperazione, dell’innovazione dal basso, dell’open source.

La sua proiezione politica è la democrazia diretta, referendaria e del ricambio, la blogosfera, la gestione comunitaria del welfare, la sussidiarietà, i social forum. Credo che convenga dare una chance a questo sogno, malgrado i rischi di demagogia, perché attinge la sua forza da nuove potenti risorse, specie il web, le nuove tecnologie del mondo microscopico e l’alto livello di educazione della popolazione. E’ un sogno, oltretutto, che porta un piacevole profumo di libertà.

Luca Romanelli

 

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