2013.02.07 – “Giacinto Cestoni (Montegiorgio 1637 – Livorno 1718) – Il pioniere della moderna biologia” di Giovanni Martinelli

Pubblicato il 07 Febbraio 2013 da admin

 

Giovanni Martinelli

«Tra gli scienziati più rappresentativi del ’600 italiano ed europeo, merita un posto non ultimo Giacinto Cestoni» diceva in una relazione alla XI Biennale di studi medico-storici il Radicchi. In effetti Giacinto (o Diacinto) Cestoni, nato a Montegiorgio nel maggio del 1637, fu un biologo e un ricercatore di altissimo livello che, grazie alle sue ricerche e alle sue sperimentazioni, ebbe intuizioni geniali, basilari per la moderna biologia.

Apprendista speziale nel suo paese, proseguì tale attività in varie località, fino a fermarsi a Livorno dove, gestendo una spezieria, seguì definitivamente la sua passione di analisi dell’ambiente, della natura, delle specie animali. Visse il clima sperimentalista del tempo (scriveva: «io non suppongo le cose, le provo con l’esperienza») e venne in contatto con illustri personalità del pensiero scientifico, come il Redi, al tempo al servizio della corte dei Medici, il Malpighi, lo Zambeccari, il Vallisnieri.

Prima di fermarsi a Livorno, fu imbarcato in mare, dove venne in contatto con il mondo marino e soprattutto con le malattie tipiche dei marinai e della navigazione. Le sue sperimentazioni biologiche lo portarono a risultati di grande modernità, purtroppo fatti propri dai successori o da altri: egli, tipico studioso del suo tempo, comunicava ai suoi corrispondenti gli esiti delle sue analisi e delle sue ricerche e ne confrontava la validità. Alcune di queste furono rivoluzionarie per la biologia, fondamentali come la scoperta della fruttificazione dell’alga marina, l’intuizione dell’animalità dei coralli, lo studio dei camaleonti, le ricerche sulla consistenza e le infezioni degli afidi, le ricerche sugli insetti in generale.

La sua avviata spezieria (la ricorda ancora oggi una lapide) divenne a Livorno non solo un servizio alla comunità, ma un cenacolo del nuovo sapere, al quale spesso aderiva anche il Granduca Ferdinando (che nominò il Cestoni protospeziale), nel quale accedevano, per consigli e suggerimenti, tanti concittadini. Con lo scienziato montegiorgese volle venire in contatto Federico IV di Danimarca.

Autodidatta pervenuto ai massimi livelli del sapere scientifico (insieme al sommo Malpighi è stato uno dei grandi utilizzatori del microscopio), può giustamente considerarsi come uno dei padri delle nuove teorie della sperimentazione. Purtroppo la sua natura umile e schiva (scriveva in una sua lettera «son ricco perché mi contento») non gli ha permesso di essere riconosciuto per i suoi meriti, utilizzati da altri scienziati che, applicandone le ricerche, ne completarono e ne divulgarono l’opera.

Giacinto Cestoni si spense pianto come il più fedele e il più sincero fra gli uomini il 29 gennaio 1718. A Livorno la sua memoria è ancora viva. In collaborazione con l’Università di Camerino, il Rotary Club di Fermo gli ha dedicato un premio riservato a giovani studenti di chimica e farmacia.

Giovanni Martinelli

Giacinto Cestoni

 

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