2012.12.09 – “La scuola e il museo” di Margherita Bonanni

Pubblicato il 10 Dicembre 2012 da admin

Margherita Bonanni

In attesa della prossima inaugurazione del  museo MITI (Museo ITI) della scienza e della tecnica, è opportuno sottolineare la rilevanza educativa che esso avrà per i visitatori in quanto testimone  non solo della storia di un  Istituto antico e  prestigioso come il Montani ma dell’evoluzione della scienza e della tecnica in Italia dal 1850 ai nostri giorni. Per la verità l’intero Istituto può definirsi un museo diffuso con tutte le attrezzature antiche che si trovano esposte nelle bacheche lungo i corridoi, nei laboratori e nella biblioteca, ma gli storici e più significativi  strumenti e macchinari, presentati attraverso le  moderne tecnologie,  in un ambiente rappresentativo come quello delle antiche officine, saranno  di sicuro interesse educativo-formativo per ispirare attraverso esempi illustri le nuove Generazioni.

Nella storia dell’istruzione in Italia un rapporto organico tra le istituzioni scolastiche e quelle museali non fu mai affrontato realmente, se non in modo frammentario ed occasionale.  Ricordiamo che, già a partire dal 1867, era stata creata presso il Ministero della Pubblica Istruzione la Giunta di Belle Arti (trasformata, poi, nel 1881 in Direzione Generale delle Antichità e Belle arti)  per "informare il Ministro sullo stato delle Gallerie, dei monumenti e di tutto quello che riguarda le Belle Arti".  L’evento fondamentale della Didattica dei Musei in Italia è rappresentato senza dubbio dal Convegno "Il museo come esperienza sociale, Roma, 4-5-6- dicembre 1971. Il Convegno, sotto il patronato del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, rivestì grande rilevanza per la ricchezza di contributi offerti al problema della funzione educativa dei musei. Per la prima volta in Europa, direttori di musei, pedagogisti, sociologi, esperti della comunicazione sociale, psicologi, studiosi delle più diverse discipline si riunivano per discutere la crisi dei musei (poco popolari e ancor meno frequentati, ridotti a depositi di testimonianze del passato, isolati tra loro e nella società). Si voleva  capire quale nuovo ruolo potesse svolgere il museo nella società moderna. Il Convegno rappresentò un grosso salto di qualità nello studio della tutela del patrimonio storico, artistico e naturale. La  tutela non è più vista esclusivamente  come "protezione", ma è chiaramente finalizzata ad un uso socio-culturale ed educativo dei beni culturali. E sempre per la prima volta, si discusse molto concretamente delle necessità e delle richieste culturali ed educative delle nuove generazioni nella prospettiva di un'effettiva Educazione Permanente. In questa occasione, si costituiva  un'apposita Commissione per la Didattica dei Musei presso la Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, nella quale entravano a far parte pedagogisti e uomini della scuola insieme con soprintendenti e direttori di musei: "Compito della Commissione è quello di studiare i mezzi più acconci per lo sviluppo di questa attività didattica dei Musei; vedere quanto delle iniziative già in atto sia valido e meriti di essere valorizzato, quanto vada invece modificato, e, soprattutto, quanto occorre fare perché le iniziative, ancora limitate, a pochi e sporadici istituti, sia esteso a tutti i musei..". La prima proposta pratica della Commissione, riguardò l'istituzione, presso le Soprintendenze e i grandi musei, di specifiche Sezioni Didattiche.

Il museo oggi, sia esso artistico, storico, scientifico o tecnologico, rappresenta un luogo speciale di apprendimento, la collezione esposta costituisce il motivo principale per cui visitare un museo. Il museo ha un forte potere nel sollecitare l'apprendimento attraverso la scoperta. Quasi ogni pezzo di una collezione costituisce un ricco "scrigno che contiene conoscenze", narra una storia personale: quando, dove e perché è stato fatto, chi ne è il creatore, chi lo ha posseduto, dove è stato utilizzato prima di entrare a far parte della collezione del museo. L'oggetto storico contiene in sé la "storia" dello sviluppo artistico, scientifico e tecnologico, informazioni sul contesto storico nel quale è stato inventato, sul contesto sociale che può aver contribuito a cambiare e in questo senso  può essere utilizzato per un apprendimento multidisciplinare. L'incontro con l'oggetto originale aiuta ad aprire nuovi scenari, suscita meraviglia, interesse e curiosità. Gli elementi esposti nel museo sollecitano i ragazzi a cercare le loro storie nascoste ricorrendo ad un’ampia varietà di approcci, stimolano la scoperta. I pedagogisti sottolineano come rafforzare il piacere della scoperta  sia  un importante risultato in sé, piuttosto che semplicemente parte di un processo finalizzato a specifiche finalità educative. Le esposizioni del museo stimolano il confronto, la formulazione di ipotesi e la discussione. A differenza di alcune  risorse educative utilizzate a scuola, l'oggetto del museo è reale, affascina, può essere toccato, suscita un timore reverenziale. Il pezzo originale del museo può diventare l'argomento di un'unità di apprendimento a scuola. Esso può costituire la base su cui costruire domande e sollecitare processi di problem-solving o riflessioni su argomenti che i ragazzi hanno già affrontato, confrontando le informazioni e magari giungendo a nuove conclusioni.

Margherita Bonanni

 

 

 

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