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2012.07.07 – “ Il cigno nero” di Fabio Francioni

Pubblicato il 07 Luglio 2012 da admin

Fabio Francioni

Quotidianamente i termini della finanza entrano  nelle nostre case attraverso telegiornali o dibattiti televisivi. Termini una volta sconosciuti come “spread” o “bund” sono ormai quotidiani ed in alcuni casi sentiamo sigle ancora più oscure come “cds -swap”, che forse pensiamo appartenere al linguaggio della stregoneria. In questo nuovo “mondo mediatico-finanziario”, mi permetto di consigliare la lettura di un libro “il cigno nero”.  Il libro, niente in comune con l'omonimo film del 2010 interpretato da Natalie Portman, è un saggio  filosofico/economico scritto da un libanese, Nassim Taleb, prima operatore finanziario di una grande banca americana poi divenuto un esperto di scienze dell'incertezza. Il titolo del libro parte da una frase del poeta latino Giovenale e sta ad indicare un fatto impossibile o perlomeno improbabile. Certamente il libro non è di facile lettura perchè unisce aspetti filosofici comportamentali ad aspetti finanziari/matematici, ma la sua lettura sarà utile sia ai semplici risparmiatori sia ai cosiddetti operatori professionali, quelli che operano giornalmente sui mercati finanziari. I semplici risparmiatori generalmente all'oscuro di conoscenze finanziarie adeguate, spesso consigliati da esperti in molti casi anche loro  con una scarsa conoscenza finanziaria, potrebbero dalla lettura del libro capire la grande incertezza che circonda i mercati finanziari ed assumere un atteggiamento più critico nei confronti dei loro consulenti finanziari, diventando più prudenti e consci dell'evento “cigno nero”. Sicuramente la maggiore prudenza non porterà rendimenti eclatanti ma eviterà perdite ingenti. La lettura del libro sarà di grande utilità soprattutto per coloro che si definiscono “operatori professionali/istituzionali”. Costoro che partono dal presupposto della loro elevata conoscenza finanziaria,  dettata da un ego smisurato, in realtà sono proprio i peggiori attori del mercato finanziario. Non capiscono che al massimo solo il 5% degli operatori professionali si possono considerare tali, tutti gli altri compiono disastri finanziari dove le perdite economiche non saranno mai più recuperate. Pensate, solo nella piccola realtà italiana, alle obbligazioni Cirio e Parmalat. Oppure acquistano prodotti finanziari complessi, che difficilmente sanno valutare. La lettura del libro da parte di questi attori di mercato, potrebbe fare capire la vera misura della loro conoscenza e ricordare le parole di Socrate “so di non sapere”. La presa di coscienza della limitazione della conoscenza, ci porterà a sapere che esiste la possibilità  di vivere esperienze improbabili e rare che  lasceranno un profondo segno.

Fabio Francioni

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